Il segreto di questo volumetto – così denso di dati, nomi, notizie e così attraente con le sue illustrazioni, i suoi disegni, i suoi grafici – sta nella velocità con cui si fa leggere e nell’amore con cui è stato scritto. Due virtù apparentemente lontane, ma in realtà vicinissime e consequenziali: soltanto ciò che viene scritto con passione, o detto con convinzione, pervade subito il lettore, o l’ascoltatore, senza dargli tempo di annoiarsi. E questo è uno di quei libri che si fanno bere tutti d’un fiato. Ogni sua pagina invoglia a sfogliare la seguente. Perché? Perché, dietro la forma di manuale e il rigore storico-tecnologico, sta il “romanzo” vivo degli uomini, delle idee, del progresso. La figura di Antonio Tinarelli non ha bisogno di presentazioni sulla scena risiera nazionale e internazionale. Tutti lo conoscono e riconoscono come il più autorevole esperto di riso che vi sia in Italia e dunque in Europa. Tutti sanno che ha scritto importanti trattati di genetica, coltivazione e lavorazione del riso. Tutti sanno che ha tenuto a battesimo molte delle varietà di riso più tipicamente italiane, dal Ribe al S. Andrea, al Baldo, Roma, Padano, Loto. Dunque, non tocca a me il compito, comunque superfluo, di dire chi è Tinarelli: sarebbe come presentare un “monumento”. Mi piace tuttavia confessare la sensazione che dalle pagine di questo suo nuovo libro, pur così tecnico e oggettivo, la personalità e la storia dell’Autore vengono prepotentemente fuori. La rivelano certe minuzie di ricerca storica, certe osservazioni o espressioni che sembrano buttate lì per caso, ma che rispondono invece a una precisa funzione informativa e formativa. […]
Mario Preve
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