IL’autore di questo libro è, da trent’anni, impegnato nella definzione di una nuova estetica, lontana da quella tradizionale, da lui ritenuta ormai completamente obsoleta e inservibile, e mnella indicazione di un tipo di sperimentazione in grado di offrire, dopo il lavoro, ormai esaurito, svolto dalle avanguardie, e diversamente dalla cosiddetta “arte contemporanea”, da lui ritenuta una congerie più o meno sgradevole di nullità mercantili, dei prodotti estetici meglio adeguati e rispondenti alla situazione tecno-antropologica.
In questo libro, dopo aver egli, nelle precedenti pubblicazioni, proposto ed elaborato concetti come estetica della comunicazione, sublime tecnologico, blocco comunicante, ora ampiamente conosciuti e seguiti in Italia e all’estero, si ferma ulteriormente sulla nozione già altrove accennata, di flusso estetico tecnologico analizzandola dal duplice punto di vista della teoria estetica e delle sue applicazioni.
Di questa si compie un’articolata disamina che muove da un’attenta ed estesa riflessione sul flusso cinematografico, dove si valutano in particolare i contributi di Bergson e di Deleuze, e si conclude con un’analisi dello stato attuale dei flussi estetici tecnologici così come si sono andati configurando fino all’avvento del digitale e delle reti.
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